giovedì 1 febbraio 2018

La Certificazione DITALS

Mettiamo una studentessa: 18 anni, a scuola abbastanza brava, studia giusto il minimo indispensabile per fare bene. Mettiamo la maturità e un diploma in lingue. Beh, ci si aspetta che faccia un'università di lingue...ebbene no!
Quella normale ragazza sceglie la prima cosa che le gira per la testa: l'università di medicina. Come le sarà venuto in mente ancora se lo chiede. Ma il destino sembra che la voglia dottoressa perché, senza neanche studiare, supera il tanto temuto test di medicina (a fortuna sicuramente). Così inizia e finisce la sua parentesi medica. Dopo un anno di disperato studio molla tutto per fare qualcosa di simile. Ora avrà sicuramente le idee più chiare, direte. E infatti dopo anni di studio poco pazzo ma molto disperato finalmente si laurea in nientepopodimeno che ARCHEOLOGIA.
Sì, archeologia! La sua passione iniziata e finita fra i banchi di quella università. Non che non amasse quel campo; ma sapete come vanno queste cose, ti laurei e che cosa fai? 
Davanti a lei, come davanti a tanti studenti, si apre un baratro di "non so che fare della mia vita, continuo con l'università?, mi invento un lavoro?, intanto mi guardo una puntata di una mamma per amica" e così via dicendo. Quella ragazza laureata decide di continuare l'università in un ramo ancora diverso ma...ancora una volta il destino si intromette.

E da qui, tanto saprete che si tratta della mia noiosa storia, parlerò in prima persona. Il destino vuole che scopra una piccola scuola di lingua italiana nella mia città che il caso vuole stia per organizzare un corso DITALS. Io prendo la palla al balzo e decido di aprirmi una strada nuova, una possibilità di lavorare dopo l'università (come ero giovane a pensare che avrei lavorato con questo certificato!). 
Non avendo una formazione specifica per poter sostenere l'esame ho dovuto fare ben 300 ore di tirocinio più il corso organizzato dalla scuola stessa. Una esperienza che a me ha cambiato la vita. Ho amato l'insegnamento agli stranieri dal primo momento che sono entrata in classe.
La scuola dove ho fatto la mia formazione è l' Accademia italiana di Salerno. Loro mi hanno fatto assistere a tante lezioni di diverso livello e dopo mi hanno affidato una classe tutta mia. Una fifa!😣

Sono passati diversi anni da quell'esame e non ricordo bene molto di quello che ho fatto. Certo è che la parte scritta non è per nulla facile per quelli che, come me, non escono da una facoltà di linguistica. La sezione di glottologia è stata per me terribile come tutte le altre sezioni nonostante avessi studiato abbastanza. Dopo diverse ore passate su fogli a cercare di ricordare qualsiasi cosa e a didattizzare in poco tempo un'unità, avevo i neuroni fusi. Mi aspettava ancora la parte orale: immaginare di essere in una classe di studenti invisibili ai quali dovevo spiegare ciò che mi era stato consegnato. Non esiste, secondo me, cosa più straordinariamente strana del rispondere a domande immaginarie di studenti immaginari su un argomento reale completamente fuori contesto. Il risultato è stato un fallimento totale, tanto da venir rimandata. Al secondo tentativo per fortuna ce l'ho fatta! Ho ottenuto un bel pezzo di carta che ho messo in cassetto a prendere polvere.



Almeno fino a quando non sono sbarcata in Giappone per ragioni di cuore. Solo qui ho trovato come rendere utile quello sforzo fatto. Non che le scuole qui necessariamente assumano personale docente qualificato, ma la qualifica una qualche possibilità in più te la da. Ed ora a distanza di 5 anni faccio l'unico lavoro che vorrei fare nell'unico Paese dove non vorrei essere. Ma... chi si accontenta gode!

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